Zafferano e Ceci
Zafferano e ceci sono gli ingredienti base della cucina del territorio di Navelli, utilizzato in mille modi per tanti piatti della tradizione come gnocchetti e ceci, sagnette e ceci, risotto allo zafferano e, tra i secondi, le costatine d’agnello allo zafferano e per lo squisito liquore allo zafferano, rara e preziosissima spezia, che un tempo era usata in medicina e nella cosmesi.
Zafferano
Ceci
Lo Zafferano
Numeri di valore
Di coltivazione del prezioso “Oro Rosso”
Per produrre 1 grammo di Zafferano secco
Nlavelli è particolarmente conosciuta per la coltivazione dello zafferano, le cui coltivazioni partono dal Comune e si estendono su tutto l’Altopiano omonimo.
Già dal 1300, ma in particolare a partire dal 1700, Navelli è sempre stato considerato il borgo di riferimento per gli scambi commerciali.
La leggenda racconta dell’arrivo in Italia dello Zafferano, grazie a un monaco spagnolo appartenente alla famiglia Santucci di Navelli,
membro del tribunale della Santa Inquisizione e grande appassionato di agricoltura e botanica.
Il monaco fu particolarmente colpito dalla piccola pianta e pensò che avrebbe potuto trovare le condizioni ideali nei terreni dell’Altopiano di Navelli.
La coltura dello zafferano si estese così nelle zone circostanti e i nobili locali iniziarono a commercializzarlo nei mercati milanesi e veneziani.
I segreti dello Zafferano
L
’Altopiano di Navelli presenta condizioni climatiche favorevoli alla coltivazione dei fiori e alla riproduzione dei bulbi: elementi certamente importanti, ma lo zafferano di Navelli è considerato tra le qualità migliori soprattutto per le modalità di raccolta e di lavorazione che si differenziano dalle usanze di altri paesi e di altre regioni italiane produttrici.
I campi coltivati non sono sempre gli stessi: ogni anno i bulbi vengono piantati in nuovi campi. La raccolta dei fiori avviene all’alba, quando i fiori sono ancora chiusi e proteggono i preziosi pistilli o stimmi dalla luce del sole. L’essiccazione, infine, è una vera e propria tostatura, fatta ancora sulla brace, grazie ad un vecchio setaccio per farina.
Il periodo migliore per visitare Navelli è l’autunno, quando tra metà ottobre e inizio novembre avviene la raccolta dei fiori, ogni giorno al mattino presto: è possibile fare l’esperienza della raccolta in campo, cui seguono poi le attività di sfioritura e di essiccazione, magari degustando una tisana allo zafferano e ascoltando i racconti degli abitanti, ognuno ha almeno un piccolo appezzamento coltivato a zafferano e la lavorazione è tutta un’attività comunitaria.
I Ceci di Navelli

In questa conca naturale c’è anche un’altra coltivazione che è stata fondamentale per l’economia, la storia e la sussistenza della comunità, il cece.
I ceci di Navelli si caratterizzano per le piccole dimensioni, dal sapore intenso, il colore crema e la superficie liscia, ma alcuni produttori conservano anche una seconda tipologia, ancora più piccola e di colore rosso ruggine, con superficie grinzosa. Storicamente, il bianco era destinato alla vendita e il rosso al consumo familiare.
Le coltivazioni si trovano tra i 700 e 800 metri s.l.m, su terreni aridi, leggeri, talvolta pietrosi, senza ristagno di acqua. Come dice un detto popolare, “Alla terra nera non si mettono i ceci”, ovvero i terreni scuri e fertili fanno vegetare la pianta ma portano pochi frutti.
La semina si svolge in primavera, tra marzo e aprile, ma può essere ritardata a seconda dell’andamento climatico stagionale. Ogni 3 o 6 anni si fa ruotare il cece con grano, orzo, farro e piante da foraggio come l’erba medica o la lupinella. La raccolta avviene tra la fine di luglio e la fine di agosto.