La chiesa conserva il nome del vicus italico romano di *Incerulae e alcuni i resti materiali, in particolare elementi di almeno due strutture templari, di età repubblicana. Inoltre una colonna scanalata e un rocchio di colonna più grande, vuotato e forse usato come fonte battesimale nell’alto medioevo, sono all’ingresso del cimitero attiguo alla chiesa: materiali che testimoniano restauri dei due templi in età imperiale.
Evoluzione
L’insediamento di *Incerulae non muore anzi continua a vivere fino al Trecento con il nome di Cerulae, dopodichè gli abitanti si trasferiranno protetti dalle mura dei nascenti borghi di Navelli e Civitaretenga. Cerulae doveva essere il centro più importante della zona se la chiesa che vi aveva sede, appunto S. Maria, aveva il titolo di arcipretura, che manterrà fino all’800, quando si decise di trasferirlo alla chiesa di San Sebastiano.
La chiesa ha subito numerosi interventi che ne hanno modificato più volte la struttura. L’impianto è romanico, a tre navate tutte originariamente absidate. Un’abside è crollata, e le altre due – che hanno stupendi affreschi del Trecento – sono state tamponate nel ‘500 per servire come sagrestia.
L’ingresso, laterale, non è originale ma appartiene al restauro del 1863, quando la splendida chiesa era ormai divenuta cimiteriale.

